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L'ANZIANO NELLO STUDIO DEL MEDICO: LA PAURA DELL'INVECCHIAMENTO.

 

XVIII CONGRESSO NAZIONALE AIP, 12-14 Aprile 2018

Palazzo dei Congressi

 “ INVECCHIAMENTO, FRAGILITA’ E COMPLESSITA’ quando umanità e scienza

camminano insieme ”

“ L’ANZIANO NELLO STUDIO DEL MEDICO : LA PAURA DELL’INVECCHIAMENTO “

 

 

Dott.ssa Alessandra Bagnoli
Medico di Medicina Generale e Psicoterapeuta
ATS Citta’ Metropolitana di Milano - Regione Lombardia

 

 

Sezione Poster - INTRODUZIONE –

 

Con il sopraggiungere dell’eta’ senile si osserva spesso l’insorgere di un’emozione comune, quale,  la “paura dell’invecchiamento” accompagnata ad un calo motivazionale .

Erronee conoscenze , nella popolazione generale, sulla fisiologia di questa fase della vita , per lo piu’ fornite dai mass media per evidenti interessi di business, mettono l’accento  sugli aspetti piu’ negativi della senilita’. Per contro , i piu’ recenti lavori scientifici,  ci illustrano come la demenza non sia una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Il porre prevalentemente attenzione alla possibile riduzione di funzionalita’di vari organi ed apparati , fino alla totale dipendenza da un cargiver, alimenta sentimenti di paura con conseguente amplificazione dello stereotipo negativo della vecchiaia.     

 

La naturale reazione a tutto cio’ e’ quella di un certo declino e disimpegno, che risulta  sfavorevole  all’instaurarsi di stili di vita sani ed efficaci per un buon invecchiamento. Al contrario, invece, la conoscenza delle reali potenzialita’ di ciascun paziente che attraversa questa eta’, senza negazioni e senza illusioni di perpetrare l’eterna giovinezza con tutti i risvolti negativi che ben ci illustra la letteratura (v. es. Oscar Wilde ne “ Il Ritratto di Dorian Gray “ ),  puo’ essere di notevole ausilio per vivere pienamente e con soddisfazione  questa “ stagione della vita “.

 

 MATERIALI E METODI

 

Colloqui con raccolte anamnestiche in occasione di visite mediche presso un ambulatorio di medicina generale  e di psicoterapia sul territorio della Regione Lombardia nella provincia di Milano con esecuzione , in taluni casi , del mini mental test e valutazione delle caratteristiche di personalita’ con  controlli a distanza in seguito a sollecitazioni motivazionali.

La casistica raccoglie 500 pazienti di eta’ uguale e superiore a 65 anni in un periodo temporale dal 01/ 04 / 2010 al 02/01/2018.

 

 

RISULTATI

 

La “Paura dell’invecchiamento”  puo’ riguardare tutti a qualunque eta’ ed in una “certa misura” essa e’ umana e comprensibile. Sebbene l’invecchiamento comporti inesorabilmente la perdita della funzionalita’ di alcuni organi e tessuti , in modo piu’ o meno importante e non uguale per tutti i soggetti, permettendo a molti di svolgere comunque una vita normale, si osserva che la mente, spesso , eccetto casi di gravi patologie degenerative del sistema nervoso centrale con alterazione dei fenomeni integrativi che la coinvolgano, puo’ restare lucida ed attiva fino a tarda eta’. Infatti, nonostante qualche piccolo “decalaggio di prestazione” , il

 

cervello puo’ mantenere delle sorprendenti capacita’ di sintesi che conducono ad esiti talora sublimi. Nei casi osservati,  così come nella popolazione generale,  una vita intellettuale e fisica intensa , quando mantenuta costante e/o su livelli di eccellenza, ha dimostrato di poter tollerare e stimolare un eccezionale invecchiamento. In accordo con alcuni studi, i pazienti inclusi nello studio, hanno messo in evidenza che, certi atteggiamenti psicologici sono presenti e probabilmente  determinanti ai fini di una vita longeva :  si tratterebbe della capacita’ di “conazione” e della “resilienza”. Eppure, la paura dell’invecchiamento sovrasta i piu’, così come le loro famiglie. In sostanza i condizionamenti della societa’, basati spesso su false credenze e non su reali conoscenze, sostenuti da un certo tipo di informazione svolta dai mass media, influenzano la maggioranza degli anziani . La cosa piu’sorprendente e’ che la persistente negazione di certe verita’ positive sull’invecchiamento attraversa tutte le generazioni. Di fatto si osserva che la percezione negativa della vecchiaia, influenza direttamente l’invecchiamento ed i convincimenti negativi sull’eta’ sono assai maggiori di quanto si possa immaginare, mettendo in serio pericolo lo sviluppo della identita’, della creativita’ e della vitalita’ gia’ dopo i cinquantanni. I casi osservati  hanno condotto alla conclusione  che la  vita psichica non si fossilizza dopo la cinquantina e che, per invecchiare bene, bisogna mettere in atto una serie di cambiamenti costanti. Invecchiare bene e’ indubbiamente difficile e renderlo un”arte” si configura come un lavoro molto serio che va intrapreso il piu’ presto possibile.

 

CONCLUSIONI

 

I medici di base e gli specialisti, come anche gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli operatori sanitari che si occupano di assistenza agli adulti, vista l’elevata rappresentativita’ della popolazione anziana con la quale vengono a contatto, possono , a seguito di adeguate conoscenze  ed attraverso la relazione con il paziente, incoraggiare alcuni atteggiamenti positivi per affrontare la senilita’ e fronteggiare la paura dell’invecchiamento. Questo e’ reso possibile grazie alla sollecitazione di uno stile di vita adeguato

( alimentazione, attivita’ fisica, ecc.) e da un punto di vista psicologico , dall’utilizzo di meccanismi di difesa positivi ( ossia quelli che contribuiscono a difendersi dalle angosce ed a rafforzare l’autostima oltre che a migliorare la vita relazionale) come la sublimazione , l’altruismo, il senso dell’umorismo e scoraggiando per contro, quelli negativi come la negazione, l’ipocondria e la regressione, oltre alla sollecitazione della “creativita’”, utile per continuare a riprogrammarsi. La vera cura che noi clinici dobbiamo attuare in quel periodo della vita che, come lo definisce il grande psicanalista C.G.Jung, rappresenta la sera della nostra esistenza, non e’ solo strumentale e /o di tipo farmacologica.

Infatti, l’osservazione clinica di questo studio evidenzia  quanto sia importante dedicare maggior tempo e maggiore attenzione agli aspetti psico-motivazionali del soggetto in eta’ senile, valutando caso per caso, in seguito anche alle condizioni cliniche generali, le potenzialita’ dell’individuo. Pertanto, l’esperienza che emerge e’ che, occorre sostenere gli aspetti sani e poco valorizzati del sano invecchiamento , tenendo conto degli aspetti psicologici della senescenza, per evitare un precoce decadimento psicofisico. Di fatto, saper riorganizzare continuamente se’ stessi , le proprie risorse ed il proprio tempo, nell’accettazione dei limiti, permette di continuare a vivere appieno la vita, accedendo ancora la vivo mondo delle emozioni, soprattutto mettendo in atto la “creativita’”. Essa e’ il “vero futuro” a tutte le eta’ e rappresenta un potente antidodo contro la paura dell’invecchiamento.

 

BIBLIOGRAFIA

     Commissions from the Lancet journals  (Gill Livingston, Andrew Sommerlad, Vasiliki Orgeta, Sergi G Costafreda, Jonathan Huntley, David Ames, Clive Ballard, Sube Banerjee, Alistair Burns, Jiska Cohen-Mansfield, Claudia Cooper, Nick Fox, Laura N Gitlin, Robert Howard, Helen C Kales, Eric B Larson, Karen Ritchie, Kenneth Rockwood, Elizabeth L Sampson, Quincy Samus, Lon S Schneider, Geir Selbæk, Linda Teri, Naaheed Mukadam ),

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     Sampedro-Piquero P.,Alvarez-Suarez P.,Begega A2 ,”Coping whith Stress during Aging:The importance of a Resilient Brain”, Curr Neuropharmacol, 2018 Mar 5;16(3):284-296

     Piano Integrato locale di promozione della salute anno 2017 - AGENZIA DI TUTELA DELLA SALUTE (ATS) DELLA CITTA’METROPOLITANA DI MILANO ;

     Dati ISTAT dal 1°Gennaio di ogni anno 2002-2017 - Elaborazione TUTTAITALIA.IT;

     Marc Auge’ “La vecchiaia non esiste” , 2014 Raffaello Cortina Editore ;

     Olivier Ladoucette, “Restar giovani e’ questione di testa”, 2007  Feltrinelli.

 

     Glen O.Gabbard , “Psichiatria psicodinamica “ ,  2015 Raffaello Cortina Editore .

 

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